La Conferenza Episcopale Italiana in data 29 giugno 2014 ha pubblicato gli Orientamenti per l?annuncio e la catechesi in Italia dal titolo
Incontriamo Gesù. Il testo è stato presentato a Bari da Mons. Marcello Semeraro, Vescovo di Albano e presidente della Commissione episcopale per la dottrina della fede, l'annuncio e la catechesi, nel contesto del Convegno dei direttori degli uffici catechistici diocesani, sottolineandone le dimensioni fondamentali:
- Un chiaro riferimento all'evangelizzazione
- Il primo annuncio che vuole illuminare il cuore dell?uomo nei passaggi fondamentali e critici della vita
- L'assoluta precedenza della catechesi e della formazione cristiana degli adulti, e, all'interno di essa, del coinvolgimento delle famiglie nella catechesi dei piccoli
- La centralità della comunità nel processo di discernimento e progettazione dell'educazione nella fede.
- L'ispirazione catecumenale della catechesi
- La formazione dei catechisti, dei presbiteri e dei diaconi.
- La proposta mistagogica ai preadolescenti, agli adolescenti e ai giovani
Riportiamo qui di seguito, alcuni numeri riguardanti la dimensione celebrativa dei Sacramenti e la sfida della mistagogia.
- La celebrazione dei sacramenti
L'iniziazione alla vita cristiana è data dall?unità dei tre sacramenti e la piena partecipazione all'assemblea eucaristica costituisce il culmine a cui tendono il Battesimo e la Confermazione: a fronte di questo punto fermo, rimane aperta nella prassi pastorale la questione dell'ordine dei sacramenti la cui attualità - rilanciata da papa Benedetto XVI - è stata ripresa anche dal Sinodo dei vescovi sulla Nuova Evangelizzazione[1]. In particolare, i vescovi italiani rilevano che la questione dell'età e della posizione della Confermazione vede due orientamenti:
- il più diffuso pone la celebrazione della Confermazione in età preadolescenziale o adolescenziale dopo un buon periodo di percorso - almeno un anno - dalla prima recezione dell'Eucaristia e innervato di tensione mistagogica;
- quello praticato dalle diocesi che hanno attuato percorsi di rinnovamento dell'iniziazione cristiana dei ragazzi, ispirati alla Nota IC/2
[2], e che prevede in genere la coincidenza rituale di Confermazione e prima Eucaristia nel tempo pasquale; oppure, la celebrazione dei due sacramenti in momenti separati, anticipando la Confermazione per garantirle un adeguato rilievo. L'Eucaristia completa così, anche cronologicamente, l'iniziazione cristiana in età di fanciullezza inoltrata.Entrambe le posizioni manifestano motivazioni teologiche e pastorali degne di nota. Pur lasciando al vescovo la responsabilità di discernere e determinare l'indirizzo più adatto per la propria Diocesi, si auspica che nelle Conferenze episcopali regionali si possa giungere a scelte omogenee, nelle quali: si evidenzi l'unità dei tre sacramenti, appaia chiara la celebrazione eucaristica quale centro e apice del processo iniziatico, e si sottolinei il valore del ministero e della figura del vescovo in rapporto ai Sacramenti dell?iniziazione cristiana. Le diverse esperienze e le numerose sperimentazioni in atto dovranno essere attentamente studiate e valutate per giungere progressivamente ad una proposta condivisa.
- La sfida della mistagogia
Rimane un vero "nodo" pastorale in tante realtà la concentrazione della cura pastorale limitatamente alla fascia 7-12 anni, mentre risultano prive di un'adeguata attenzione sia la fase della prima infanzia sia quella della preadolescenza.
In particolare, si sottolinea la necessità di elaborare proposte pastorali adeguate rispettivamente per i ragazzi di 12-14 anni e per gli adolescenti di 15-18: pur in continuità con il percorso di iniziazione avviato in età scolare, siano segnate da una forte discontinuità che tenga conto non solo delle mutate attitudini cognitive ma anche dello sviluppo psico-affettivo-corporeo e spirituale che investe la loro vita. Indubbiamente il riferimento alla mistagogia è in grado di offrire più di un motivo ispiratore a chi affronta questa impresa, unitamente alle esperienze condotte da anni in oratori, associazioni e movimenti ecclesiali. La mistagogia, infatti, è tempo propizio di passaggio dalla straordinarietà dell'esperienza iniziatica - sostanziata dalla ricchezza dei sacramenti celebrati - all'ordinarietà di una vita comunitaria centrata sull'Eucaristia; è tempo della memoria del dono ricevuto, tempo di un'esperienza bella di Chiesa e, quindi, di un'appartenenza coinvolgente, in un'età in cui la vita esplode in tutta la sua complessità e intensità.
Una simile proposta pastorale dovrebbe, evidentemente, essere realizzata in sinergia con quanto poi offerto a livello degli itinerari di pastorale giovanile. In tale prospettiva le questioni di metodo non sono secondarie: parlare di «itinerari mistagogici» significa accettare modalità esperienziali, capaci di servirsi di attività di laboratorio, prevedere uscite sul territorio percorrendo distanze sempre più ampie, con l'intervento di esperti e di testimoni; definire la modulazione fra tempi di liturgia e spiritualità, riflessione e approfondimento, assunzione e restituzione creativa. L'adesione alla comunità si configura poi anche come maturazione di adeguate responsabilità e in esperienze di servizio caritativo ed educativo. Un valore straordinario ha, in questa fascia di età, l'accompagnamento spirituale e la proposta della direzione spirituale.
[1] Cf. Benedetto XVI, Esortazione apostolica post-sinodale
Sacramentum caritatis, 22 febbraio 2007, nn. 17-18; XIII Assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi,
Propositio 38. Necessita ricordare che in Italia sono presenti Eparchie di rito bizantino che celebrano unitariamente i sacramenti dell?Iniziazione cristiana (si veda ad esempio:
Archimandrita V.M. Sirchia,
Mistagogia dei misteri sacramentali nella chiesa bizantina, Eparchia Piana degli Albanesi 2002).
[2] Cf. la
Guida per l?itinerario catecumenale dei ragazzi.