UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Contributo dell'Ufficio Liturgico Nazionale

• Ove ci sono candidati all’iniziazione cristiana degli adulti, nella terza, quarta e quinta domenica di Quaresima sono previste la celebrazione degli “scrutini” con le orazioni proprie (Messale Romano, pp. 709-711) e le letture dell’anno A. Gli “scrutini”, che la Chiesa pratica con una certa solennità, tendono alla purificazione del candidato, a invocare la forza […]
31 Gennaio 2012
• Ove ci sono candidati all’iniziazione cristiana degli adulti, nella terza, quarta e quinta domenica di Quaresima sono previste la celebrazione degli “scrutini” con le orazioni proprie (Messale Romano, pp. 709-711) e le letture dell’anno A. Gli “scrutini”, che la Chiesa pratica con una certa solennità, tendono alla purificazione del candidato, a invocare la forza di Dio nelle tentazioni e a intensificare la volontà per un più deciso percorso di fede e di carità (Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti, 154-180). Domandano, pertanto, il coinvolgimento orante di tutta la comunità.
 
• L’episodio della narrazione della purificazione del Tempio richiama la peculiarità del luogo di culto e la dignità dell’assemblea liturgica che dà pienezza di valore allo spazio rituale. In Cristo, tempio di Dio in mezzo agli uomini, distrutto e riedificato nella Pasqua, anche i credenti sono chiamati a custodire la loro identità di tempio di Dio abitato dallo Spirito (cfr. Ef 3,16-17). Una cura adeguata dello spazio celebrativo può giovare a comprendere il valore simbolico del luogo dove i fedeli si costituiscono in corpo del Signore sotto l’azione dello Spirito.
 
• Il legame tra il «tempio del suo corpo» (Gv 2, 21), il corpo eucaristico del Signore e il corpo ecclesiale può essere messo in luce dalla processione dei doni. «Quantunque i fedeli non portino più, come un tempo, il loro proprio pane e vino destinati alla Liturgia, tuttavia il rito della presentazione di questi doni conserva il suo valore e il suo carattere spirituale» (OGMR 73). Negli elementi conviviali portati all’altare, «frutto del lavoro dell’uomo», è presente la vita dell’uomo che attende di essere trasformata nell’unico corpo del Signore per la potenza dello Spirito. Mentre i fedeli che portano i doni avanzano verso l’altare, i cuori si dilatano alle esigenze dei poveri nella raccolta delle offerte per la carità. L’Eucaristia, di conseguenza, nella sua forma rituale realizza ciò che le preghiere eucaristiche invocano nell’epiclesi sui comunicanti, ovvero la trasformazione nel grande corpo ecclesiale per coloro che si nutrono del corpo sacramentale del Signore.