UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Contributo dell'Ufficio Catechistico Nazionale – catechesi degli adulti

Riflessione La terza domenica di Quaresima ci parla di incontro e di dono, di legge e di libertà.La Parola che oggi abbiamo ascoltato ci racconta Dio che si fa incontro al suo popolo, fa alleanza con lui e gli dona la sua legge. Ma la legge, come tutti i doni, va accolta come tale. La legge di […]
31 Gennaio 2012
Riflessione
 
La terza domenica di Quaresima ci parla di incontro e di dono, di legge e di libertà.
La Parola che oggi abbiamo ascoltato ci racconta Dio che si fa incontro al suo popolo, fa alleanza con lui e gli dona la sua legge. Ma la legge, come tutti i doni, va accolta come tale. La legge di Dio, fonte di libertà, armonioso steccato entro il quale si può vivere la relazione buona con Dio e con il fratello, corre il rischio di perdere il suo senso. Se l’uomo dimentica di essere chiamato ad una relazione di amore, di fiduciosa alleanza col suo Dio, allora può trasformare il dono della legge in una prigione soffocante o in un formale “percorso ad ostacoli” una volta superato il quale nessuno, neppure Dio, può più obiettare nulla.
Persino il culto, luogo per eccellenza dell’incontro con Dio, rischia questa perversione: si giunge a pensare che, rendendo culto a Dio, ci si possa “comprare” la salvezza.
Gesù, figlio amato del Padre, volto del Padre, che ama il Padre, non può tacere di fronte a questo sovvertimento del culto. Non può lasciare che il bacio di amore tra Dio e l’uomo che si esprime nella liturgia diventi un bacio di mercato, una forma di pagamento dell’amore … una prostituzione.
Gesù, intimamente ferito, compie un gesto profetico. Verrà il momento in cui il tempio di Gerusalemme, profanato dai suoi stessi cultori, non sarà più il luogo dell’incontro con Dio.
Ma nel suo cuore divino, non abbandona l’uomo che lo ha appena offeso e umiliato. Persevera nel cercare la “pecorella smarrita” e offre un nuovo tempio in cui l’abbraccio tra Dio e l’uomo possa di nuovo realizzarsi nel dono reciproco di amore.
Il suo corpo è questo nuovo Tempio.
Ma anche questo nuovo Tempio va incontrato nel segno dell’amore. Non basta credere nel suo nome, magari attirati dall’eccezionalità dei segni che egli compie, o da un bisogno di appartenenza o di conformismo.
Occorre accogliere l’amore di Dio nello scandalo e nella stoltezza della Croce.
La legge della croce porta al culmine il segno dell’amore: non più una legge del “minimo indispensabile” per sentirsi a posto, ma la legge del massimo possibile, del “dare la vita” per il fratello, per essere in piena comunione con Dio.
L’Eucaristia, espressione e celebrazione eminente di questa nuova legge, ci inserisce nella comunione col Padre e ci rende capaci di vivere concretamente questo profondo rapporto con Dio e i fratelli.
 
 
Ci chiediamo
 
Alla luce di tutto questo andrebbero rilette molte pratiche degli adulti cristiani:
-          il modo di vivere la liturgia e i sacramenti
-          il modo di gestire le relazioni affettive
-          il modo di vivere i rapporti nel mondo del lavoro e nelle relazioni sociali.
In una situazione di “crisi” diffusa, si potrebbe ripensare anche quanto essa sia il frutto di una perversione dei rapporti sociali. Quando l’altro non è più una persona per cui dare la vita, ma un individuo che ha valore solo nel momento in cui da esso posso trarre profitto, allora si torna a fare di un luogo di incontro accogliente e vitale come il mondo, un luogo di mercato, un luogo di morte.
 
 
Spunti per la riflessione personale o comunitaria
 
Il CdA ai nn. 846-850 e 867-890 offre un approfondimento sul valore cristiano del Decalogo (CCC 2052-2082).
Ai nn. 1086-1110 e 1113-1139 il CdA tratta dell’impegno sociale e politico e del tema del lavoro. (CCC 1877-1942).
Ai nn. 633-661 il CdA apre un percorso sulla Santa Liturgia. (CCC 1077-1107 e 1135-1186).