UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Contributo dell'Ufficio Nazionale per la cooperazione missionaria tra le chiese

Concetto Il martirio come forte testimonianza di vita e piena maturazione dei frutti della Resurrezione, stimolo per una rinascita dei valori in situazioni di fallimento e di scarsa speranza.  Figura di riferimento: don Pino Puglisi Don Giuseppe Puglisi nasce nella borgata palermitana di Brancaccio, il 15 settembre 1937, figlio di un calzolaio e di una sarta. Entra nel […]
20 Febbraio 2012
Concetto
 
Il martirio come forte testimonianza di vita e piena maturazione dei frutti della Resurrezione, stimolo per una rinascita dei valori in situazioni di fallimento e di scarsa speranza.
 
 
Figura di riferimento: don Pino Puglisi
 
Don Giuseppe Puglisi nasce nella borgata palermitana di Brancaccio, il 15 settembre 1937, figlio di un calzolaio e di una sarta. Entra nel seminario diocesano di Palermo il 2 luglio 1960. Dopo diversi incarichi come vicario parrocchiale, nel 1969 è nominato vicerettore del Seminario Arcivescovile minore. Nel settembre di quell'anno partecipa a una missione nel paese di Montevago, colpito dal terremoto del Belice. Sin da questi primi anni segue in particolar modo i giovani e s’interessa delle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città. Segue con attenzione anche i lavori del Concilio Vaticano II e ne diffonde subito i documenti tra i fedeli, con speciale riguardo al rinnovamento della liturgia, al ruolo dei laici, ai valori dell'ecumenismo e delle chiese locali. Il suo desiderio fu sempre quello di incarnare l'annunzio di Gesù Cristo nel territorio, assumendone quindi tutti i problemi per farli propri della comunità cristiana.
Il 24 ottobre 1980 è nominato vice delegato regionale del Centro vocazioni e dal 5 febbraio 1986 è direttore del Centro regionale vocazioni e membro del Consiglio nazionale. Agli studenti e ai giovani del Centro diocesano vocazioni ha dedicato con passione lunghi anni realizzando, attraverso una serie di "campi scuola", un percorso formativo esemplare dal punto di vista pedagogico e cristiano.
Il 29 settembre 1990 viene nominato parroco a San Gaetano, a Brancaccio. Il 29 gennaio 1993 inaugura a Brancaccio il centro "Padre Nostro", che diventa il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. Collabora con i laici della zona dell'Associazione Intercondominiale per rivendicare i diritti civili della borgata, denunciando collusioni e malaffari e subendo minacce e intimidazioni. Viene ucciso sotto casa, il giorno del compleanno, il 15 settembre 1993. La sua attività pastorale - com’è stato ricostruito anche dalle inchieste giudiziarie - ha costituito il movente dell'omicidio, i cui esecutori e mandanti mafiosi sono stati arrestati e condannati con sentenze definitive. Per questo già subito dopo il delitto, numerose voci si sono levate per chiedere il riconoscimento del martirio.
Il 15 settembre 1999, a sei anni dal delitto, il Cardinale Salvatore De Giorgi ha insediato il Tribunale Ecclesiastico Diocesano per il riconoscimento del martirio. L'indagine è stata conclusa a livello diocesano nel maggio 2001 e l'incartamento è stato inviato presso la Congregazione per le Cause dei Santi in Vaticano, che lo ha tuttora in esame. La sua vita e la sua morte sono state testimonianze della sua fedeltà all'unico Signore e hanno svelato la malvagità e l'assoluta incompatibilità della mafia con il messaggio evangelico.
 
 
Per una lettura di approfondimento
 
Francesco Anfossi, E li guardò negli occhi. Storia di padre Pino Puglisi, il prete ucciso dalla mafia, Edizioni Paoline