UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Contributo dell'Ufficio Catechistico Nazionale – catechesi degli adulti

RiflessioneIl brano di Gv che caratterizza questa domenica rivela il cuore della nuova ed eterna alleanza che in uno dei momenti più tragici della storia d’Israele il profeta Geremia aveva preannunciato. Un’attesa, un compimento che le parole di Gesù non vogliono spiegare; esse piuttosto invitano ad un cammino da intraprendere, da percorrere sino alla fine. […]
31 Gennaio 2012
Riflessione

Il brano di Gv che caratterizza questa domenica rivela il cuore della nuova ed eterna alleanza che in uno dei momenti più tragici della storia d’Israele il profeta Geremia aveva preannunciato. Un’attesa, un compimento che le parole di Gesù non vogliono spiegare; esse piuttosto invitano ad un cammino da intraprendere, da percorrere sino alla fine. E’ prima di tutto il cammino di Gesù, chicco di frumento gettato nella terra per poi dare frutto, e in quanto tale diventa il cammino di fede di ogni credente adulto. I greci ne sono il segno più evidente nella pagina di Gv: essi rimandano alla domanda di ogni uomo su Cristo, una domanda che non rimane inespressa ma è disposta a lasciarsi guidare in una lucida ma appassionata ricerca. Verso quale meta? La risposta sta nel movimento discendente/ascendente che caratterizza i vss che spiegano la glorificazione del Figlio dell’uomo: il granello di frumento che cade nella terra (24), “chi odia la propria vita” (25), “se uno mi serve mi segua” (26). Il movimento è evidente anche dai verbi scelti, eppure non si tratta solo di una discesa perché dal vs 27 inizia un movimento di risalita: “Padre glorifica il tuo nome!” (28), “il principe di questo mondo sarà cacciato fuori (31), “quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me” (32).
Questo itinerario non esplicita solo il cammino della fede adulta ma indica contemporaneamente anche il vero senso della preghiera: la preghiera di Gesù nel testo non è un volersi sottrarre alla croce ma un ribadire l’affidamento totale al Padre perché il movimento discesa/ascesa sia percorso sino alla fine, esattamente come avviene nel ciclo della terra per il granello di frumento.
Cammino di fede e preghiera sono strettamente connessi, solo così intrecciati possono portare molto frutto nella vita del credente adulto.
Nel vorticoso contesto in cui viviamo di fede secolarizzata e spesso contestata sembrerebbe inutile e solo faticoso una proposta di primo annuncio incentrata sul cammino di fede, sul suo significato e sullo spazio che in esso trova la preghiera. Eppure forse è questo il granello di frumento che più attende la terra.
 
 
Ci chiediamo:

1. Come posso descrivere il mio cammino di fede? Quale “parabola” può rappresentarlo? Rispetto alla fede che avevo da ragazzo, da giovane, cosa posso dire ora della mia fede di “adulto”?
 
2. Se analizzo il mio modo di pregare… a chi mi rivolgo? E perché? Rileggo le parole di Gesù (vss 27-28): quale cammino di conversione la mia preghiera deve ancora compiere per poter pienamente partecipare alla nuova ed eterna Alleanza?
 
3. Quanto la dimensione del primo annuncio nella vita quotidiana caratterizza il mio essere credente adulto? Lascio che siano soprattutto il mio esempio e le mie scelte a testimoniare l’Alleanza nuova o sono anche capace di dare, come Geremia, la mia voce alle parole del Vangelo?

Spunti per la riflessione personale o comunitaria:

La fede è dono o scelta? Si veda l’approfondimento del CdA ai nn. 90-93; sulla crescita nell’intelligenza della fede (CCC 94-95; 156-159); la fede quale fonte di preghiera e di aiuto (CCC 2656, 2662, 2754). Ricchi sono gli spunti che troviamo nel CdA sulla preghiera: sia veda in particolare il rapporto tra preghiera e vita quotidiana (987-990), su chi e come pregare da cristiani (965-969).

 
 
Musica

Proponiamo l’ascolto di un lied di Hugo Wolf (1860-1903), intitolato “Gebet” ossia “preghiera”: il testo di E. Morike così recita:
“Signore! Donami quello che vuoi,
un amore o un dolore; 
io sono contento,
perché entrambi vengono dalle tue mani.  
Non mi sopraffare con troppe gioie o troppe pene!
Nel mezzo si trova la serenità.”

Questo il celebre testo, più volte ripreso da musicisti, ma è la sensibilità di Wolf che fa la differenza