Il giorno 8 di agosto u.s. il p. Joseph Gelineau, gesuita francese, è tornato alla casa del Padre, alletà di 87 anni. Nella chiesa di Francia ha costituito una figura di grande rilievo come liturgista e come musicista. Ma anche la chiesa italiana ne ha goduto i riflessi, come peraltro molte altre comunità di vari continenti. Dopo una tesi di dottorato allIstituto Orientale di Roma (il canto dei salmi nella liturgia siriaca), è venuto alla ribalta grazie alla sua attenta e innovatrice opera sulla salmodia: collaborando alla traduzione del Salterio nella Bible de Jérusalem, ha ripensato la tecnica e i modi del recitativo salmico, evidenziando soprattutto le cadenze ritmiche del verso ebraico, riprodotte nella lingua francese (1953). Così, grazie ad adattamenti anche in varie altre lingue, è da decenni che si cantano i Salmi di Gelineau. Lo ha guidato la convinzione che ogni rinnovamento del canto liturgico doveva passare per la riconquista dei Salmi nella pratica corrente delle chiese e nelle lingue parlate.
Ha fatto parte della generazione che ha preparato, accompagnato e seguito il Concilio, partecipando a diversi consigli di applicazione della riforma liturgica, a Roma e in patria. Ha rappresentato un modello di grande animatore musicale della liturgia, sempre molto inserito pastoralmente (chiesa di St. Ignace a Parigi, parrocchia rurale a sud di Parigi, comunità montana nei pressi di Chamonix (dove è mancato), in veste ora di compositore, ora di maestro di coro, ora di docente e autore di molti articoli e di alcuni volumi: fra quelli tradotti in italiano, ricordiamo soprattutto Canto e musica nel culto cristiano (1963), divenuto un classico. È stato tra i fondatori di Universa laus, gruppo di studio sulla musica nella liturgia.