1. In questi ultimi anni è notevolmente aumentato in Italia il numero di fedeli affetti da celiachia, patologia che determina un´intolleranza assoluta al glutine, sostanza proteica contenuta nel frumento e in alcuni altri cereali. Il celiaco, perciò, deve in modo permanente e tassativo astenersi dal mangiare alimenti che contengono, anche in misura molto ridotta, del glutine. Infatti, non esistendo per il momento farmaci curativi, l´unica terapia valida è una dieta scrupolosa. In questo stato di cose il celiaco non può neppure accostarsi alla Comunione eucaristica, in quanto le ostie utilizzate comunemente nella celebrazione dell´Eucaristia sono prodotte con farina di frumento e di conseguenza contengono glutine.
2. La Congregazione per la Dottrina della Fede, in risposta alle richieste fatte da alcuni Episcopati in merito all´aggiornamento delle disposizioni date il 29 ottobre 1982 riguardo alla comunione dei celiaci, il 19 giugno 1995 inviò una lettera circolare ai Presidenti delle Conferenze Episcopali , puntualizzando le condizioni di validità della materia e precisando le modalità per accostarsi alla Comunione. Le riassumiamo:a) Condizioni di validità della materia:
– le ostie speciali nelle quali il glutine è completamente assente ("quibus glutinum ablatum est") sono materia invalida per l´Eucaristia;
– sono invece materia valida le ostie nelle quali è presente la quantità di glutine sufficiente per ottenere la panificazione senza aggiunta di materie estranee e purché il procedimento usato per la loro confezione non sia tale da snaturare la sostanza del pane.b) Modalità di accostarsi alla comunione:
– l´Ordinario, accertata la presenza della patologia attraverso certificazione medica e verificato che il prodotto usato è conforme alla esigenze di cui sopra, può concedere ai celiaci di ricevere la Comunione con ostie a contenuto minimo di glutine, tale in ogni caso da non nuocere alla salute.
La soluzione adottata veniva incontro in linea di principio alle esigenze dei celiaci; tuttavia l´impossibilità di trovare ostie adatte ha comportato fino ad oggi che i celiaci continuassero a poter comunicare solo al calice . Ciò non era privo di gravi difficoltà per gli astemi e, soprattutto, per i bambini.
3. Contestualmente l´Associazione Italiana Celiaci (AIC) si è attivata per ricercare una soluzione più agevole al problema. Si è così appreso che vengono prodotte ostie di frumento contenenti una quantità di glutine decisamente bassa, attestata da indagine di laboratorio, che, pur permettendo la panificazione (e ciò le rende materia valida per la consacrazione), non rende le ostie nocive alla salute dei celiaci.Il risultato della ricerca è stato comunicato alla Congregazione per la Dottrina della Fede, la quale con lettera del Segretario S.E. Mons. Tarcisio Bertone al Presidente dell´AIC in data 17 agosto 2001 (Prot. 89/78–1354), ha fatto presente che questo tipo di ostie rispetta "le decisioni a suo tempo assunte dal Dicastero circa l´uso del pane con poca quantità di glutine" e pertanto ha giudicato "favorevolmente l´iniziativa intrapresa ed i conseguenti risultati, conformi alle disposizioni in ordine alla materia valida per la Consacrazione ed ai necessari parametri che salvaguardino la salute del fedele celiaco". Inoltre S.E. Mons. Bertone ha assicurato la disponibilità della Congregazione a prendere in considerazione l´abolizione della disposizione che impone la presentazione del certificato medico da parte dei fedeli celiaci per potersi avvalere della facoltà di ricevere la comunione nelle modalità a loro consentite.
4. E´ sembrato opportuno pertanto rendere noti gli aggiornamenti della disciplina, invitando a darne ampia diffusione, a sensibilizzare sacerdoti e fedeli al problema e a disporre l´acquisizione di tali ostie da parte dei parroci, seguendo le indicazioni riportate di seguito, in modo da rendere facilmente accessibile ai celiaci la comunione al pane.