Testo: E. Costa
Musica: melodia tradizionale occitana
Fonti: ElleDici
Uso: ingresso, comunione
Forma musicale: inno
1. Cristo Gesù, Salvatore,
tu sei Parola del Padre,
qui ci raduni insieme, tu!
qui ci raduni insieme.
2. Cuore di Cristo Signore,
tu cambi il cuore delluomo,
qui ci perdoni e salvi, tu!
qui ci perdoni e salvi.
3. Spirito, forza damore,
tu bruci lodio tra i popoli,
qui ci farai fratelli, tu!
qui ci farai fratelli.
4. Croce, che porti il dolore,
noi ti portiamo fedeli,
a te va il nostro canto, a te!
a te va il nostro canto.
5. Regno, che deve venire,
noi ti attendiamo pazienti,
a te ci consacriamo, a te!
a te ci consacriamo.
6. Luce, che rompe la notte,
noi ti cerchiamo feriti,
a te volgiamo gli occhi, a te!
a te volgiamo gli occhi.
7. Pane, spezzato alla cena,
corpo del Cristo vivente,
in te restiamo uniti, in te!
in te restiamo uniti.
8. Vino, versato ai discepoli,
sangue di un Dio crocifisso,
in te la nostra gioia, in te!
in te la nostra gioia.
9. Madre, donata dal Figlio,
vergine forte e amorosa,
in te la nostra pace, in te!
in te la nostra pace.
10. Alleluia! Alleluia!
Alleluia! Alleluia!
Cristo, sei Salvatore, tu!
Cristo, sei Salvatore.
Il testo
Le dieci strofe che compongono questo canto fanno riferimento ai contenuti fondamentali della fede cristiana: il mistero della redenzione, lo Spirito Santo, il Regno, l'Eucaristia. Contenuti tradizionali, considerati però non astrattamente, in sé, ma per l'importanza e l'incidenza che hanno nella vita dei credenti. La Chiesa, in questo canto celebra "ciò che è essenziale" per la sua stessa esistenza; essa infatti è rigenerata continuamente dal rapporto misterioso e gratuito col Cristo che la purifica, la alimenta, la rimette in cammino.
Assai significativo l'uso frequente del plurale ("ci raduni", "a Te volgiamo gli occhi", ecc.). La consapevolezza della dimensione comunitaria della fede emerge nel nostro stesso modo di invocare e lodare il Signore.
La musica
La struttura della melodia presenta alcune caratteristiche che la rendono simile a quella di un corale (anche se in proporzioni ridotte):
- è costituita da due semifrasi ripetute; ogni semifrase coincide con ogni verso della strofa;
- è prevalentemente formata da intervalli congiunti; ma un vigoroso salto di quinta (FA-DO) caratterizza l'attacco e dà al canto un tono di grido invocante.
Svolgendosi nell'ambito ristretto di una quinta, la melodia è facilmente eseguibile anche da una grande assemblea.
Il tipo di armonizzazione proposto (nell'accompagnamento) mette in evidenza il sapore antico del canto.
Quando e come utilizzarlo
La molteplicità dei temi contenuti e l'elevato numero di strofe suggeriscono la possibilità di utilizzare questo canto in vari tipi di celebrazione (come inno della liturgia delle ore, in celebrazioni eucaristiche, in liturgie della Parola), scegliendo di volta in volta le strofe più adatte alle diverse celebrazioni.
Le prime tre, con la settima e l'ottava, sono particolarmente adatte a una celebrazione eucaristica, come introduzione (specialmente le strofe iniziali) e al momento della comunione (specialmente la settima e l'ottava strofa).
Poiché ogni eucaristia acquista una particolare tonalità in base al tempo liturgico che si sta vivendo, può essere opportuno aggiungere alle strofe già indicate quelle che si riferiscono chiaramente al periodo liturgico particolare. Così, ad esempio, la quinta strofa, di tono escatologico, è certamente utilizzabile nelle ultime domeniche dell'anno liturgico, mentre la sesta, più di tipo penitenziale, si adatta meglio al tempo di Quaresima.
La melodia, mancando di un ritornello, si presta ad essere eseguita dallintera assemblea. Potrebbe però essere cantata anche facendo alternare, strofa dopo strofa, l'assemblea a un piccolo coro.
È da scartare lipotesi di unalternanza tra coro e assemblea all'interno della singola strofa, data la brevità della strofa stessa.
Si curi di realizzare unesecuzione raccolta.
L'accompagnamento adeguato è quello dell'organo solo. Se si decide di cantare molte strofe, sarà opportuno eseguire un breve interludio d'organo (magari ad ogni due strofe), per evitare stanchezza e appiattimento.