Una sobria monizione introduttiva può mettere in luce la valenza del giorno ottavo, giorno del raduno pasquale dei discepoli (cfr.
Gv 20,26), tempo della fede pasquale vissuta nella celebrazione eucaristica.
Non si affievolisca proprio questoggi e nelle domeniche successive la gioia pasquale vissuta negli otto giorni: non manchi, in particolare, la cura del canto degli elementi di lode (il salmo responsoriale, lAlleluia, lacclamazione anamnetica e la dossologia nella preghiera eucaristica, la litania dellAgnello alla frazione del pane). In tutte le domeniche lassemblea canti pure linno festivo (Gloria), anche con una melodia di facile esecuzione, e colui che presiede apra la preghiera eucaristica possibilmente cantando il prefazio. Non si dimentichi lembolismo del giorno pasquale nella preghiera eucaristica e il congedo solenne al termine della celebrazione.
Il
rito della pace venga sottratto al rischio dellassuefazione che talora lo rende un gesto automatico e inefficace. Una brevissima introduzione lo può collegare al duplice dono di pace del Risorto alla comunità dei discepoli: «Pace a voi!» (Gv
20,19.21), mentre linvito diaconale lo associa alleffusione dello Spirito secondo la pericope giovannea proclamata (
Gv 20,22): «Nello Spirito del Cristo risorto datevi un segno di pace» (Messale Romano, p. 420).